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Cosa significa Ardes Dry ?

Ardes Dry dal latino ARDES bruciare e DRY dall’inglese asciutto, infatti bruciare ed asciugare è il processo produttivo con cui Sapiens realizza i propri prodotti con trattamento a fuoco. Questo processo da noi definito Fireskin 330 indica il tempo di bruciatura, lo spegnimento di fiamma, le temperature di produzione e stabilizzazione del legno ed il ciclo di finitura.

Ardes Dry è uno sho Sugi ban (o Yakisugi) ?

Parzialmente: solo la versione S.S.B. è da considerarsi uno Sho Sugi Ban in quanto rispetta i canoni classici di questa antica tecnica produttiva.

Cosa è quindi Ardes Dry HI-TECH di Sapiens?

E’ il nostro innovativo brevetto produttivo realizzato in Italia grazie al quale riusciamo a garantire ai nostri clienti un prodotto estremamente più performante rispetto alla vecchia tecnica Sho Sugi Ban, risolvendo e migliorando i limiti che tale tecnica poneva.

In che cosa si distingue Ardes  Dry HI-TECH dallo Sho Sugi ban?

HI-TECH è una nano tecnologia che consente di poter garantire alle tavole l’aspetto tipico del legno bruciato evitando però la caduta di fuliggine e polveri di carbonizzazione, elementi che ne limitano l’uso nell’ambito indoor, e soprattutto con la possiiblità di poterlo personalizzare con l’uso di colori moderni ed innovativi anche su base corten e metallo.

La tecnologia HI-TECH è realizzata con cicli chimici o con solventi tossico nocivi?

No tutta la nostra tecnologia produttiva prevede esclusivamente l’uso di cicli all’acqua su base di oli od oli ibridi (olio-acqua) senza rilascio di alcun inquinante.

Yakisugi e Sho Sugi Ban sono due tecniche differenti?

Al giorno d’oggi in Occidente i due termini vengono utilizzati come sinonimi. Originariamente, vi erano differenze a seconda del tipo di legno che si utilizzava, ma in realtà la parola giapponese che da sempre descrive al meglio la tecnica di bruciatura è Yakisugi, derivante dalla corretta pronuncia del nome del cedro giapponese (bot.Cryptomeria japonica). I due nomi nascono dalla differente scrittura e pronuncia del cinese e del giapponese antico. Nel corso del tempo si è poi affermata soprattutto in Occidente la parola Sho Sugi Ban per identificare assi di legno bruciate e trattate ad olio.

Il legno carbonizzato è più o meno resistente al fuoco rispetto al legno normale?

Ardes resiste al fuoco circa il 35% in più rispetto ad un legno normale: una volta bruciata la parte superficiale si crea naturalmente uno strato ben più resistente alla fiamma, che contribuisce a mantenere freddi gli strati interni ed andando quindi ad ottenere una maggiore robustezza ed isolamento.

Esiste una certificazione garantisce la maggior resistenza al fuoco di un legno bruciato?

Si, la gamma Ardes è certificata in classe al fuoco europea Cs1d0 idonea per essere usata anche in ambienti pubblici ove sia richiesto il minor carico di incendio.

Il legno bruciato quanto dura una volta installato in parete outdoor?

Questa tecnica è nota da molti secoli perchè, pur essendo un processo produttivo essenzialmente naturale, riesce a garantire al legno una durabilità estremamente più lunga rispetto a tutte le tecniche utilizzate per preservare il legno in ambito outdoor.

Il materiale negli anni viene attaccato da funghi e/o aggressori nell’uso esterno?

No, il materiale risulta indigeribile agli aggressori esterni che non riescono quindi a decomporlo in nessun modo.

Ci sono ambienti esterni ove non è possibile installarlo?

Fondamentalmente è possibile usare Ardes in ogni circostanza, dal caldo umido al freddo intenso. Nei progetti ove sia richiesta una lunghezza specifica o l’ambiente circostante sia estremo (ad esempio fronte mare o in alta quota) suggeriamo di utilizzare il legno di Accoya® bruciato, in grado di assumere un maggiore livello di stabilità dimensionale.

Ardes assorbe l’umidità per esempio dopo lunghe piogge?

No, il materiale trattato con la nostra tecnica, se correttamente installato, resiste efficacemente ad acqua ed umidità.

Il legno bruciato richiede manutenzione?

A differenza delle altre tipologie di legno, una volta bruciato, Ardes non richiede alcuna manutenzione. E’ opportuno proteggere il colore dall’aggressione dei raggi Uv presenti in esterno con un semplice trattamento da eseguire al bisogno sulla superficie.

Come si comporta il colore nel tempo ?

Il colore di Ardes tende ad ingrigire virando come processo fisiologico negli anni in reazione alla luce.

Quale tipo di legno viene preferibilmente scelto da Sapiens per produrre Ardes?

Abbiamo preferito sviluppare la nostra produzione verso legname endemico del territorio europeo per ridurre l’impatto di CO2 ed in relazione alla sua qualità la migliore soluzione è logicamente stata il Larice, in grado di poter garantire la migliore stabilità dimensionale e durabilità. Nella gamma usiamo anche altre due tipologie lignee, il più semplice Abete e lo straordinario legno di Accoya. In tutti i casi si parla di legni resinosi, idonei ad accogliete il trattamento di bruciatura, offrendo però tre tipologie esetiche differenti, il legno di Larice presenterà una texture “coccodrillo” il legno di Abete risulterà molto presente il nodo, ed infine con il legno di Accoya avremo un effetto texture “terra arida”.

Il tavolame Ardes può essere utilizzato a pavimento?

Dobbiamo fare una distinzione, nella collezione Ardes abbiamo due famiglie con due tipi di lavorazioni differenti, DRY e FLAME. La collezione Ardes DRY non viene utilizzato per la pavimentazione in quanto risulterebbe troppo morbido nel calpesto ed a livello di resistenza meccanica. Nella collezione FLAME invece, proponiamo anche la profilazione per decking.

Perchè nella gamma Ardes si tende a non utilizzare il profilo maschio e femmina?

Su spessori di 20 mm in certe tipologie lignee, installare in parete una doga con profilo M/F significherebbe garantire l’attacco doga su un elemento troppo sottili, in questi casi prediligiamo delle profilature laterali R3Q, che garantiscono un allungamento della vita media del prodotto. Tuttavia, aumentando lo spessore e modificando la tipologia lignea possiamo garantire anche delle profilature con sistema maschio/femmina (PRO/MUST). Sulla base delle esigenze dellla committenza proponiamo la soluzione tecnicamente più idonea.

Ardes è un prodotto costoso?

I nostri materiali risultano notevolmente più economici se messi a confronto con qualsiasi altra soluzione di legno tradizionale per esterno. Considerando la minima manutenzione richiesta (lavaggio, spazzolatura, limatura e costi di oli ed impalcature), rapportata alla straordinaria durabilità in un ciclo medio di 20/25 anni, Ardes risulta estremamente conveniente nel rapporto qualità/prezzo rispetto ai suoi competitor.

Sono richieste operazioni speciali per la posa in opera o manodopera specifica?

No, Ardes non richiede speciali fasi di installazione. Viene montata come una qualsiasi facciata ventilata in legno.

Il tavolame di legno si può installare direttamente sulle pareti?

No, è necessario utilizzare una sottostruttura di ancoraggio che consenta una corretta ventilazione e ricircolo dell’aria. Inoltre, la sottostruttura deve essere idonea a supportare il legno stesso nel corso degli anni a livello di resistenza e stabilità dimensionale.

Le tavole si possono installare le une contro le altre in parete?

È buona regola professionale garantire alle doghe alcuni millimetri di margine per favorire una giusta dilatazione specie nella profilazione R3Q. Tale spazio può essere preventivamente protetto installando una nostra rete antinsetti in alluminio nero che evita l’annidamento.

Qual’è il campo di applicazione dei materiali della linea Ardes ?

Normalmente si utilizzano principalmente in ambito di facciate ventilate, controsoffitti, pannellature sia in campo outdoor che indoor. Nella gamma Ardes possiamo offrire anche applicazioni nel mondo dell’arredamento e dei complementi per design mediante particolari trattamenti di resinatura.

Che differenze vi sono tra la gamma Ardes dry e la gamma Ardes Flame ?

Fondamentalmente la texture ottenuta dalla bruciatura. Nella collezione ARDES DRY abbiamo una superficie che difficilmente è riconducibile al legno, sembra una nuova materia, inoltre grazie alla speciale tecnologia, applicata esclusivamente sulla linea DRY possiamo ottenere effetti estetici molto materici e nuovi, ampliando la sua installazione anche in interno. Nella collezione FLAME invece attraverso la bruciatura, e la successiva spazzolatura andiamo ad esaltare la venatura stessa del legno, tale collezione nasce solo per applicazioni in esterno..

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Perche noi di Sapiens definiamo il legno di Accoya® come “legno molecolare” ?

Perchè Accoya®, grazie al processo di acetilazione subisce una trasformazione, l’essenza lignea iniziale, “Pino Radiata” viene trasformata profondamente nella sua struttuta, tale processo genera una trasformazione irreversibile che modifica a livello molecolare la struttura del poro del legno che ne trasforma migliorandole le sue caratteristiche di durabilità e stabilità dimensionale come in generale la sua resistenza nel tempo.

Da cosa è composto il legno di Accoya®?

Il legno Accoya® è ricavato da alberi di pino radiata cresciuti in Nuova Zelanda, poi prelevati e trasferiti in Olanda, dove vengono sottoposti a un processo di modifica, più specificamente noto come acetilazione. Questo processo trasforma il pino radiata nel legno più stabile del mondo, l’Accoya®.

In cosa consiste il trattamento a cui viene sottoposto il Pino Radiata per diventare Accoya? E come si chiama tale trattamento?

Si chiama acetilazione! Dovete sapere che, il legno contiene naturalmente alcuni gruppi acetili, ma anche molti idrossili “liberi”, a cui l’acqua si lega causando problemi. Durante la produzione, il processo utilizza l’anidride acetica – paragonabile ad un aceto molto forte – per aumentare il contenuto di acetile del legno e sostituendo così gli idrossili. L’umidità contenuta all’interno del legno si riduce incredibilmente, impedendo al legno di gonfirasi e contrarsi e rimuovendo l’acqua dalla lista dei problemi.

Dove nasce il legno di Accoya?

Il legno Accoya® nasce in foreste gestite in modo sostenibile in Nuova Zelanda, come specie arborea chiamata Pino Radiata. Queste foreste sono tutte approvate da FSC, tale certificazione garantisce una gestione forestale responsabile, confermando che la foresta viene gestita in modo da preservare la diversità biologica e apportare benefici alle persone e ai lavoratori locali. Il pino radiata possiede una crescita molto rapida specie in questa parte del mondo, e viene spedito da qui ai Paesi Bassi per il processo di trasformazione.

Se il legno si reforesta in Nuova Zelanda come si può definire sostenibile con un trasporto cosi lungo?

L’approvvigionamento dalla Nuova Zelanda comporta una lunga distanza totale percorsa dal nostro legname. Durante la fase di crescita l’albero compensa CO2 per almeno 26 anni. Per il trasporto utilizziamo la modalità a più basso impatto possibile, ossia il trasporto marittimo alla rinfusa conforme alle norme IMO 2000, con navi efficienti e navigazione a vapore lenta, in grado di ridurre al minimo le emissioni del trasporto. La durata di vita dei nostri prodotti riduce ulteriormente l’impatto relativo del trasporto sulle emissioni di carbonio.

Esistono certificazioni che garantiscano la qualità dei prodotti Accoya®? La qualità è il nostro obiettivo: dalla certificazione KOMO a quella Cradle to Cradle Gold e tante altre. La “qualità” riguarda sia i nostri processi che i nostri prodotti, ma naturalmente assicurarci che i nostri clienti siano soddisfatti di Accoya® è al contempo una priorità fondamentale. Sebbene esistano specie di legname a crescita più rapida come ad esempio il bambù, il pino che utilizziamo è stato selezionato oltre che per la sua celere crescita, per l’incredibile rendimento che questo tipo di albero offre. Questi fattori consentono ad Accoya® di soddisfare la crescente domanda di prodotti in legno a basso impatto, grazie all’approvvigionamento da foreste sostenibili in Nuova Zelanda.
Qual è il co-prodotto dell’acetilazione e cosa gli succede?

L’acido acetico è l’elemento chimico nel processo di acetilazione che può essere utilizzato in vari settori (anche alimentari) o riconvertirsi in anidride acetica, rendendo il processo a ciclo chiuso e permettendo un riciclo totale.

L’acido acetico può essere pericoloso se rilasciato in ambiente o a stretto contatto con l’uomo?

Assolutamente no, in quanto costituisce un elemento chimico organico ottenuto dalla fermentazione degli aceti; viene normalmente usato dalle industrie alimentari e farmacologiche senza problemi. Se usato in ambienti chiusi, durante i primi giorni è possibile percepire un lieve odore di aceto, che svanirà nel giro di pochi giorni.

Se non verniciato Accoya® si deteriora o marcisce?

Come altre specie legnose, il legno di Accoya® non verniciato modifica il suo aspetto nel corso del tempo: se lasciato all’esterno ed esposto alle intemperie, assume un elegante colore grigio argenteo. A differenza di altri legni, tuttavia, gli agenti atmosferici non influiscono sulla durata, sulla stabilità o sulle prestazioni dell’Accoya®. Durante il processo di adattamento alle condizioni atmosfericihe, il colore della superficie Accoya® può apparire irregolare a causa dei diversi livelli di luce solare e pioggia che entrano in contatto con il legno, ma con il tempo si uniforma in un raffinatissimo effetto grigio argentato in grado di durare per decenni.

Accoya si può riciclare?

Certamente si. Ove possibile, il riciclaggio è preferibile alla combustione del legno Accoya®, poiché il prodotto finale è riciclabile al 100%.

Come pulire e mantenere una terrazza in legno di Accoya®?

I pavimenti e rivestimenti in legno sono soggetti agli agenti atmosferici naturali e richiedono una pulizia regolare. Ogni terrazza richiede un intervallo di manutenzione individuale, a seconda della posizione, dell’intensità d’uso e delle preferenze personali. In circostanze normali, una coperta di Accoya dovrebbe essere pulita a fondo una o due volte all’anno, preferibilmente in primavera, con una leggera pulizia durante il corso dell’anno. Potrebbe essere necessaria una pulizia più frequente se la terrazza è permanentemente in ombra, ad esempio sul lato nord di una casa o nelle immediate vicinanze di cespugli, grandi alberi e foreste. La pulizia della terrazza Accoya può essere effettuata con una spazzola rigida e acqua pulita. Il processo viene migliorato bagnandolo prima della pulizia, in quanto l’ammollo ammorbidisce eventuali incrostazioni e le macchie di sporco. Per le macchie più persistenti, si può utilizzare un detergente per legno; si consiglia un prodotto con un valore di PH inferiore a nove e di risciacquare accuratamente il decking con acqua pulita. Le superfici piallate sono più facili da pulire rispetto a quelle segate grezze. L’uso di un’idropulitrice è assolutamente inadatto per le decorazioni in legno ed è espressamente sconsigliato: il getto d’acqua ad alta pressione può danneggiare le tavole di legno, indipendentemente dalla specie legnosa.

Accoya è un legno duro o tenero?

L’Accoya è un legno modificato. Nasce come legno di conifera, noto come pino radiata, ma viene modificato attraverso il processo di acetilazione. Pur rimanento un normalissimo legno, è caratterizzato da un’incredibile durabilità e non è assolutamente tossico. Ha una durabilità di Classe 1, è estremamente stabile e strutturalmente certificato.

Quale vernice usare su Accoya®?

Per l’Accoya sono disponibili diverse opzioni di finitura, dagli oli dall’aspetto naturale ai sistemi di verniciatura ad alte prestazioni, tutti in un’infinita varietà di colori. Non esiste una marca specifica di vernice da utilizzare. Tuttavia, all’interno di ciascuna marca possono esserci alcuni prodotti più adatti all’uso su Accoya rispetto ad altri in determinate situazioni. È inoltre importante seguire le procedure corrette per la preparazione e l’applicazione delle vernici e dei coloranti. E’ importante comprendere che una volta eseguita la verniciatura sarà necessario effettuare una manutenzione alla vernice stessa, in quanto in ambito esterno i raggi UV tendono a deteriorare il colore.

Accoya® può essere aggredito o rovinato da particolari sostanze?

Accoya® è un legno ad elevatissima durabilità e stabilità dimensionale senza manutenzione. E’ opportuno però evitare contatti diretti con materiali metallici (quali il ferro o ferro zincato ed in generale con tutti i metalli non protetti a livello anticorrosivo), in quanto potrebbero generarsi fenomeni di ossidazione con macchie di superficie sul legno.

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